Lago Maggiore

Il lago Maggiore è per estensione il secondo lago italiano dopo quello di Garda. Il Verbano (questo, in realtà, il suo vero nome) si suddivide tra la Lombardia (provincia di Varese), il Piemonte con le province di Novara e Verbano-Cusio-Ossola e, nella sua parte più settentrionale, la Svizzera: quasi a dispetto dei nazionalismi regionalismi e provincialismi ancora esistenti, il turismo diventa ancora, al di là dell'interesse dei singoli un denominatore comune. Nasce dal fiume Ticino che vi si riversa quando ancora si trova in territorio elvetico formando un ampio delta e che sfocia a Sesto Calende.
Il paesaggio così ricco di storia e di testimonianze storiche e artistiche è quanto mai vario: angusto nella parte più meridionale, si allarga e diventa particolarmente ricco di veget azione e architetture nel golfo Borromeo, favorito sia dal clima sia dall'operosità dell'uomo, che seppe costruire sontuosi palazzi e circondarlo di splendidi giardini indispensabile premessa e futuro stimolo per il decollo turistico.

Mottarone

La cima del Mottarone, ad un'altitudine di 1491 m s.l.m., può essere raggiunta tranquillamente in auto o con la funivia che parte da Stresa. "La Borromea", la strada panoramica di 9 km, conduce fino alla sommità, dove poter godere dello splendido spettacolo naturale: praterie, torrenti, boschi lussureggianti, senza dimenticare la vista sul Lago Maggiore, la pianura Padana ed il gruppo delle Alpi italiane e svizzere. La famiglia Borromeo cominciò ad interessarsi al Mottarone dal 1623, interesse che si protrasse fino al 1892. Nel 1623 Vitaliano Borromeo fece costruire la strada agricolo-forestale progettata dal dott. Pier Maria Vallenzasca, percorsa oggi da sciatori ed appassionati di montagna, che scelgono questa via in alternativa alla funivia. Quest'ultima d'altronde ha preso il posto dell'antica ferrovia ormai smantellata.

Val Strona

La valle Strona sale da Omegna sul Lago d'Orta e si chiude a Campello Monti. La catena di montagne che la delimita segna lo spartiacque con la Valsesia e l'Ossola. Il fiume che vi scorre, lo Strona appunto, ha fortemente inciso i fianchi dei monti che sono dirupati e raramente si aprono in luoghi pianeggianti.
Una valle di misteri, qui sopravvivono l'arcano delle streghe, le leggende, le superstizioni, le credenze tenaci, non solo evocate intorno ai camini della nostra infanzia, ma di cui si imbeve tutta di cultura costruita sul linguaggio del buio, sulle erbe che guariscono, sulla simbologia della natura. Dalle cime delle montagne lo sguardo spazia sulla pianura e si spinge fino alle pareti delle Alpi cui sovrasta il Monte Rosa.
Infatti, arrivando sul lago d'Orta, il mont e Massone si presenta con la sua tranquilla maestosità. Il Capezzone invece, la montagna più alta, si nasconde alla vista, bisogna arrivare quasi ai piedi per scorgere la vetta. Poco sotto un laghetto, una pozza turchina di cielo, è l'origine del torrente che dà nome alla valle, Strona. Fino a cinquant'anni fa, era un girare di turbine ad acqua per alimentare i "mulini" dove i tronitori, artigiani del legno, sapevano sagomare ogni sorta di oggetti: di uso corrente o manufatti artistici. Ora i laboratori sono sistemati per lo più lungo la carrozzabile, ma sempre producono i più svariati oggetti di stile tradizionale oppure di moda raffinata, ideti dai più affermati designer, un nome sicuramente noto è affonda le proprie radici nella valle Strona è per esempio Alessi.

   


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